La bellezza di essere giovani è sapere che arriveranno date indimenticabili, momenti che faranno la differenza, persone che ti impressioneranno.” – Fabrizio Caramagna

Occhi luminosi, sorrisi che sanno di sincerità. Queste le mie prime sensazioni quando ho incontrato loro, per la prima volta. I nostri Fantastici 4: Niccolò Chiarini, Davide Di Vincenzo, Bianca Sangiorgi e Jacopo Rossi, del team “giovanissimi” di CEPI. Nati dal 1998 al 2003, fanno parte della cosiddetta Generazione Z e hanno tanto da dirci. Noi abbiamo scelto di ascoltarli.

Io sono Giulia Raggi, sono entrata in CEPI poco più di un mese fa nel ruolo di Marketing Manager. Ho un’esperienza pluriennale in ambito Marketing e Comunicazione alle spalle, sono davvero onorata di essere entrata a fare parte di questa grande, storica azienda. Mi piace dire che credo nel potere di un sorriso, ed è così che ricambio il primo contatto con questi ragazzi, cercando di metterli subito a proprio agio.

Con Stefania Montalti, Communications Manager – che sto affiancando e con cui sto lavorando insieme per realizzare progetti meravigliosi – abbiamo scelto di condurre un’intervista ai più giovani proprio per dare loro voce e spazio, all’interno di un contesto lavorativo che crede fortemente nelle nuove generazioni e che ritiene il loro punto di vista linfa vitale per la costruzione del futuro.

Certo, chiariamo che i giovanissimi, in CEPI, sono tanti. Ascoltarli tutti, in quest’occasione, sarebbe stato difficile; così, grazie all’aiuto di Davide Saputo, Head of Factory e HSE, ne abbiamo selezionati quattro, con l’obiettivo, però, di fare da portavoce al gruppo GenZ di CEPI. Come molti fra voi sapranno, l’attenzione di CEPI verso i più giovani è una realtà oramai ben consolidata: il progetto Social Welfare, sviluppato in partnership con il Consorzio Solidarietà Sociale, è attivo da diversi mesi e ha come obiettivo quello di porre un focus particolare sulla GenZ di CEPI, individuando servizi di welfare in linea con le loro necessità. Potete leggere un approfondimento qui.

Niccolò Chiarini

Ed eccoci qua, partiamo.

In ordine cronologico, abbiamo avuto il piacere di ascoltare Niccolò, a seguire Bianca, poi Davide e infine Jacopo.

Ma quanto sei giovane! Credo che questo pensiero abbia sfiorato, almeno per un millesimo di secondo, la mia mente e quella di Stefania, incontrando per la prima volta i quattro ragazzi. Bianca è la più âgée, se così si può definire, del gruppo, mentre Niccolò il più giovane. Davide e Jacopo, rispettivamente classe ’99 e ’02, sono ugualmente giovani e con le idee altrettanto chiare.

Tutti orgogliosamente Romagnoli doc: Niccolò è addirittura del quartiere Ronco, a pochi chilometri dall’azienda, Davide abita a Castrocaro Terme, Jacopo a Fiumana (Predappio), mentre Bianca è nata e cresciuta a Faenza.

Giovani sì, ma già con un buon bagaglio di esperienza. Bianca, che ha studiato Graphic Design all’Università di Venezia, è Addetta alla Manualistica in CEPI da febbraio di quest’anno e porta avanti, in parallelo, l’attività di graphic designer come freelance. Gli occhi di Bianca brillano quando parla della sua professione. Un sogno che si sta concretizzando, un amore a primo click: ci racconta, sorridendo, che ha iniziato a smanettare con Photoshop a soli sette anni! Pacchetto Office, Adobe, AdHoc, Fusion e, naturalmente, Autocad, questi i tools che Bianca quotidianamente usa nella sua mansione.

Più fisici e materici i tre ragazzi, che nelle loro professioni si affidano al binomio testa e mani. Dopo uno stage di tre mesi, Niccolò viene assunto in CEPI come saldatore da banco nel reparto dei Globosilo: salda a tig e a filo da ormai un anno. È stato un anno positivo, ricco di novità: “CEPI è un altro mondo”, ci confida, riferendosi a esperienze passate non proprio positive.

Davide Di Vincenzo e Giulia Raggi

Davide, il gigante buono, come l’ho bonariamente soprannominato, si occupa invece di montaggio nel reparto tramogge e il suo bilancio del primo anno in CEPI è assolutamente positivo. “La concentrazione è fondamentale nel mio lavoro. Sì, certo, la manualità è importante, ma se non ci metti la testa, il lavoro non va avanti”, ci spiega, riferendosi al fatto che la lettura del disegno tecnico, nella sua mansione, è alla base dell’attività. Jacopo, invece, il più veterano dei Fantastici 4: è addetto al pre-assemblaggio e pre-saldatura dei componenti dal 2019. “Ho sempre amato l’officina, a cui mi sono avvicinato grazie a mio papà, che è saldatore”, ci dice Jacopo, che aggiunge: “saldatrice, trapano e muletto sono i must del mio mestiere”.

Ciò che mi colpisce, mentre li intervisto, è la testa sulle spalle, il loro credere fermamente in principi e valori definiti.

La mia prossima domanda: tre punti positivi sulla vita lavorativa in CEPI. Mi parlano tutti e quattro di una bella azienda sotto vari aspetti, dal progetto strutturale all’organizzazione, dall’attenzione particolare ai giovani fino al programma welfare, che pone al centro il benessere dei dipendenti. Chiedo di raccontarmi meglio cosa intendono: di nuovo, tutti e quattro sono d’accordo sul fatto che il clima tra colleghi, in CEPI, è meraviglioso. Si creano legami, non solo professionali, e si coltivano. Ci si aiuta, tanto, a vicenda. La condivisione del sapere è al centro della vision aziendale, la disponibilità e l’aiuto reciproco fanno parte della vita quotidiana. È bello che ci siano giovani volenterosi ad apprendere, ed è altrettanto rincuorante il fatto che ci sia ancora la volontà di insegnare, di trasmettere il proprio sapere. Su questo sono tutti e quattro d’accordo, e io con loro.

Discostandomi un po’ dalla sfera aziendale, mi sposto su quella personale e chiedo loro come hanno vissuto l’impatto con il mondo del lavoro. Resto sorpresa dal fatto che tutti si sono dati sempre tanto da fare: chi, durante gli studi, come Bianca, ha lavorato in una gelateria, portando comunque avanti la sua attività di graphic designer freelance, e chi, come i tre ragazzi, è stato abituato a seguire figure più grandi, anagraficamente parlando, facendo pastrocchi, come ci dice sorridendo Davide, che ha aiutato tanto il papà idraulico, o Jacopo, che da amante della campagna, nel tempo libero si occupa della coltivazione di un terreno con la sua famiglia. Quando Niccolò ci dice che si trova molto bene a gestire il doppio turno (diurno e notturno), gli chiedo se trova impegnativo lavorare di notte e se questo influisce sulla vita di tutti i giorni: “assolutamente no, la notte si lavora bene, è fresco, e io il caldo non lo sopporto proprio”, ci racconta. Io li ho soprannominati i Fantastici 4, ma questi ragazzi sono fantastici per davvero!

Bianca Sangiorgi

Sono rappresentanti della GenZ: una domanda sul loro rapporto con la tecnologia è d’obbligo. Finalmente qualche parere contrastante: Bianca si definisce una smanettona, con il PC ci è praticamente nata. Oggi ci lavora e chiaramente non potrebbe mai farne a meno. I social media? “Sì, li utilizzo e li ho sempre utilizzati per necessità di comunicazione con i miei compagni di università. Quando studiavo a Venezia, e naturalmente durante il Covid, non avrei potuto ignorarli. Anzi, in quegli anni ho sperimentato ogni piattaforma social possibile!”. Jacopo e Niccolò, invece, ci confessano che sono tipi moderatamente tecnologici. La tecnologia, insomma, non fa loro né caldo né freddo. Utile ma non indispensabile. Categorico invece Davide, che sostiene fermamente che Internet abbia contribuito al degrado della gioventù. “Mi dispiace, ma io credo nel contatto visivo, quando parlo o esco con una persona voglio guardarla e interagirci. Quando esco, mi dimentico quasi di avere il telefono, non lo tiro mai fuori”. Tecnologici sì, insomma, ma con (molta) cautela!

Arrivando alla conclusione dell’intervista, chiedo ai ragazzi una breve autovalutazione: come ti descriveresti, in un paio di parole? Anche in questa occasione, le loro risposte mi sorprendono, in positivo. Niccolò si definisce paziente, aperto a nuove esperienze e conoscenze e realista. Quando gli chiediamo cosa intende con realista, ci dice: “Vedo le cose come sono. Se sbaglio, preferisco ammettere l’errore. Questo aspetto è alla base anche del rapporto con i miei colleghi, la pensiamo tutti così”.

Quando si parla di sincerità, anche Bianca ci offre un contributo interessante. Oltre a definirsi socievole e “un po’ chiacchierona, ci spiega che a suo avviso la sincerità è alla base di ogni relazione: le piace mettere in chiaro le cose, mirando alla costruzione di “un rapporto di fiducia reciproca tra le persone”.

Jacopo Rossi

Jacopo, invece, oltre a definirsi lavoratore, ci parla di solarità e altruismo alla base della sua persona. Altruista un po’ come Davide, a cui piace anche portare serenità alle persone. Sull’altruismo, però, sia Jacopo che Davide convengono che non sia facile stabilire se si tratti di un pregio o un difetto. “Sono molto altruista e sono fiero di esserlo, ma molti se ne approfittano purtroppo”, confessa Jacopo e conferma Davide: “Il mio carattere altruista è fatto così: per fare stare bene una persona, piuttosto mi privo io di qualcosa. Questo mi è costato, molte persone usano il tuo altruismo ai propri comodi”. Stefania ed io, quasi a volerli rincuorare, li rassicuriamo sul fatto che si tratta di una magnifica dote e che, crescendo, risulterà loro più facile dosarlo, capendo chi lo meriti e chi meno.

Ci piace ribadirlo: questi ragazzi portano positività. Una positività che abbraccia forte il concetto di altruismo, di collaborazione e aiuto reciproco. Non solo fra coetanei, ma anche tra generazioni. E forse è proprio questo abbraccio che li porterà a un sereno equilibrio personale e professionale. CEPI crede fermamente nei giovani e lo fa concretamente attraverso il legame con le scuole del territorio (scopri qui alcuni dei nostri progetti attivi). Il rapporto tra generazioni, aperto e sincero, può essere tale se si basa su importanti pilastri come la reciprocità, l’attitudine all’ascolto e la condivisione della propria generosità. Grazie di cuore, ragazzi, per affidarvi e fidarvi di noi. Per noi questo è motivo di gioia ed è anche una grande responsabilità. Ci impegneremo sempre a coltivare la vostra voglia di sognare.